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Quartetto Urbano – galerie


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  • dal blog di Luca Pavanel (2011): Ricerca-tradizione / I viaggi del Quartetto urbano
Raccontare di sguardi tra chi sbarca e chi vede sbarcare, vicende di campagna e arie di festa, dello stare insieme. La musica popolare è ricca di fascino, storie e suggestioni. C’è chi, per fortuna,  non molla mai. E resta in pista a difendere questa tradizione che, vale la pena difendere. In molti Paesi del mondo è stata ed è anche un grande serbatoio per i compositori di musica contemporanea. Non solo, in questo ambito non mancano le sperimentazioni e le mescolanze. Qualche idea?
C’è il Quartetto Urbano per esempio, che presenta concerti e spettacoli di canti della tradizione italiana e composizioni contemporanee; tra gli autori si possono segnalare Giovanna Marini,Antonella Talamonti e Xavier Rebut. Una formazione davvero interessante (si è avuta l’occasione di vederla domenica 26 dicembre al teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma – e per chi volesse seguire ecco qualche altra data: il 18 febbraio saranno di nuovo a Roma, Centrale Preneste). Col suo repertorio, il Quartetto in  questione, fa una sorta di viaggio sonoro per l’Italia, fra le canzoni del mondo contadino e pezzi moderni, una sorta di alternanza continua e contaminazione.
In pratica, attraverso test sui trimbri, sui colori delle voci, questa formazione capitolina – che è composta da Germana Mastropasqua, Flaviana Rossi, Michele Manca e Xavier Rebut – da oltre dieci anni esplora i più diversi universi e i linguaggi musicali, per esempio: dalle campagne alle realtà urbane, dai canti rituali alle creazioni originarie. Il quartetto – i cui brani si possono ascoltare su www.myspace.com/quartettourbano – , imposta i propri spettacoli come una “grande partitura” con la quale – attraverso le esecuzioni – ci si muove da un punto all’altro dei mondi musicali rappresentati. blog
  • Intervista al Quartetto Urbano per Voiceart da Costanza Alegiani (2006)
« Dietro i suoni esistono dei volti…il rapporto con la storia, con la storia della nostra tradizione orale  non può essere ripercorso se non attraverso l’ esperienza concreta  dei cantori e delle persone che accompagnano  la vita con un canto .. la ricezione di questo patrimonio,l’ascolto e il cantare queste storie ( che altrimenti rimarrebbero senza eco),  vengono  rinnovate da una passione e dall’urgenza di raccontare  …nel sentir parlare Xavier e Germana (due componenti del quartetto urbano) si avverte una complicità e nello stesso tempo un rispetto nei confronti di un repertorio musicale che ha come  oggetto di studio i modi del canto contadino e più in generale il canto popolare nelle sue immense possibilità espressive e di colori.
Il lavoro del quartetto ha visto la luce nel 2000 quando Giovanna Marini chiamò 4 allievi del suo corso di Modi del Canto Contadino all’interno della Scuola Popolare di musica  di Testaccio (quartiere storico di Roma),per cantare le musiche di scena da lei scritte per lo spettacolo Animarrovescio, presentato quell’estate a Berlino.
Quella che doveva essere un’ esperienza isolata è diventata invece il motore per avviare un viaggio  ,semplicemente nato dalla voglia di canto corale ,studiando e rielaborando questo patrimonio vastissimo quale è quello della tradizione popolare italiana.
Ascoltando il  cd “Un altro modo è possibile” registrato dal Quartetto Urbano nel 2005,ascoltiamo una forte eterogeneità di timbri  che  rende il racconto musicale ricco di presenze ed energie differenti,che trovano spazio  in canti tradizionali trascritti e rielaborati e in madrigali  contemporanei(alcuni  scritti da Giovanna Marini e Silvio Costabile). Il modus canoro è  ricco di melismi, di fioriture e riscontriamo una  verticalità nello spessore armonico dato non dalla complessità armonica ma dai timbri, dagli ingressi sfalsati delle diverse  voci, dai ritardi e dalle anticipazioni.  Nel concetto di orizzontalità invece troviamo il nucleo di questi “modi” contadini:il racconto, lo svolgersi di un evento. Questa musica non scritta va semplicemente cantata e la scrittura che ne deriva nasce da una prassi,da questo rapporto diretto che si instaura nell’atto stesso del cantare .
L’esperienza del Quartetto procede nella volontà di aprire e di far partecipe più luoghi della musica: il Quartetto stesso è sempre partecipe nei luoghi dove il canto popolare accompagna ogni azione,ogni rito ,ogni passo silenzioso (come nelle “passioni”)  ed è in questa esperienza  con i cantori che si sperimentano “modi” di vita e di canto diversi, a  contatto con dei  suoni che sembrano fuori dal mondo ma che “sono già sul corpo”…cambiare o quantomeno aprire lo sguardo è la direzione perseguita dal gruppo, a partire sempre  dal piacere del cantare. »
  • Lucia Deleo, Le Vie del Canto, Genova – Polifonie Clandestine gennaio 2013
“Un’immersione nell’immenso mare della musica di tradizione orale italiana, un uso della voce che sottolinea l’alterità della musica tradizionale rispetto a quella che ascoltiamo quotidianamente o a quella classica e, allo stesso tempo, estremamente moderno e “Urbano”, senza artefici folkloristici, ma anche senza supporto di accorgimenti tecnologici, eppure assolutamente calato nel nostro tempo.
Approda a Genova, patria del “Trallalero”, tradizionale pratica vocale di gruppo unica e ammirata ovunque nel mondo, un quartetto vocale che, proponendo canti di tradizione orale italiani e composizioni contemporanee, si riferisce all’universo sonoro della “musica di tradizione orale” italiana, che è tradizionale e contemporanea al tempo stesso, sacra e profana, potente ed emozionante.
Un regalo per l’amante della polifonia e della musica di qualsiasi genere, ma anche per chi, pur storcendo il naso quando si parla di musica di tradizione orale, ha la curiosità di conoscere altri mondi e modi sonori, e perfino per chi conosce poco la musica o non è abituato ad ascoltare musica vocale o ascolta solo un genere musicale.”  Lucia Deleo – Le Vie del Canto